Archivi tag: Meluzzi

Il caso serio del Meluzzismo

apparso su Asinus Novus

Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere
(Carlo Giovanardi)

Quando in una famiglia non c’è Dio al primo posto, niente è a posto
(Alessandro Meluzzi)



Non vorrei infierire. A difendere il circo con animali sono rimasti giusto Giovanardi, Meluzzi e Sgarbi: mi sembra una fine già abbastanza miserevole. Se scrivo, dunque, non è per confutare o cercare di confutare i ridicoli argomenti di Meluzzi (Dio favorevole; la foglia d’insalata che piange; la catena alimentare di cui narra al leoncino Simba il re degli animali, Mufasa…), quanto per mostrare il nesso che allaccia robusto le posizioni espresse dallo psichiatra in materia di animali a quelle sostenute in materia di… omosessuali. Non è uno scherzo. Il Meluzzismo sembra una filosofia retrograda, ciecamente conservatrice e bugiarda: in effetti lo è, e così diventa tema di una violenza estrema sull’umano. Meluzzi è, notoriamente, un estimatore di Joseph Nicolosi, ideatore delle cosiddette “teorie riparative”, che dovrebbero riconvertire gli omosessuali all’eterosessualità; esse non godono di alcun credito presso la comunità scientifica, ma sono molto seguite da diverse (pessime) associazioni religiose, tra cui ovviamente quella di Luca Di Tolve (il Luca della canzone di Povia, sì). Continua a leggere

Buffoni

La sola differenza sostanziale che gli opinionisti della tivvù possono indicare fra loro stessi e i buffoni che si dipingono la faccia e indossano scarpe fuori misura per strappare un sorriso ad adulti e bambini è che la loro comicità, benché certamente fruttuosa, è del tutto involontaria. Non c’è da stupirsi accorrano a frotte a difendere il circo: devono sentirsi chiamati in causa. Dunque è il caso di tranquillizzarli: a noi animalisti il circo piace molto, e ci piacciono anche i clown. “Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un po’ perché essi non sanno, un po’ per amor Tuo, e un po’ perché hanno pagato il biglietto. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri”, pregava Totò, e la sua poesia semplice ci commuove come sempre. Quanto ai nostri pulcinella da salotto televisivo, non c’è dubbio la portino in giro con gran disinvoltura, la loro faccia ridicola, ma non piangono e non pregano, e di certo non soffrono. Dai loro comodi divanetti, ritengono più gratificante far soffrire gli altri. E allora il circo comincia a piacerci di meno. Continua a leggere